Parlare della Puddhica o Cuddhura come dolce tipico pasquale nel Salento è sempre un’emozione per chi, come chef Totu, vive intensamente le tradizioni della nostra splendida terra. Questo dolce infatti ha una storia antica e radici profonde che si perdono nel tempo. Essa rappresentava il dolce simbolo di rinascita: dopo il lungo digiuno dettato dalla Quaresima, questo speciale pane era il primo dolce che veniva assaporato al suono delle campane a festa per celebrare la resurrezione di Gesù Cristo. Per molti salentini rappresenta la colazione tipica del giorno di Pasquetta, o il dolce da portare durante la classica scampagnata de Lu Riu.
La Puddhica è un dolce realizzato in diverse forme ma sempre composto con gli ingredienti semplici della tradizione contadina: uova, farina, sale, zucchero.
In tutto il Salento, la puddhica è diffusa con diverse denominazioni da paese a paese. Troviamo, infatti, “palomba”, “palummeddra”, “panareddha”, “cuddhura cu l’oe”, “scarcella” e tanto altro. Secondo tradizione venivano preparate in diverse forme: colomba (palummeddra), panierino (panareddha o panarieddhru), bambolina (pupa), ecc..
La caratteristica comune a tutte le forme è l’uovo sodo che viene avvolto al centro dell’impasto. La sua presenza è simbolica: l’idea della rinascita e della fertilità tipiche del periodo pasquale. La tradizione vuole che venga preparata il giorno prima di Pasqua. Ogni famiglia ha la propria ricetta segreta, che si tramanda di generazione in generazione. Tuttavia, il risultato finale è sempre lo stesso: un dolce profumato, dal sapore intenso e dalla consistenza morbida.
In molte località del Salento, viene anche usata come simbolo di amicizia e condivisione. Infatti, spesso è tuttora usanza donarla alle famiglie, agli amici e ai vicini di casa come augurio di buona Pasqua.
In conclusione, la Puddhica o Cuddhura è un dolce pasquale tipico del Salento che rappresenta non solo una tradizione culinaria, ma anche una tradizione di condivisione e amicizia. Preparare questo dolce è un rito che lega le famiglie e i vicini di casa in un momento di festa e convivialità. E, come salentini, non possiamo che essere orgogliosi della nostra cultura e delle nostre tradizioni!